La sala in epoca sforzesca

Al tempo del governo di Galeazzo Maria Sforza (1466-1476) la sala delle Asse era  foderata, come si apprende da un documento del 2 aprile 1473, di assi di legno, uno dei metodi adoperati per riparare gli ambienti da freddo e da umidità. Fu proprio per questa sua caratteristica che Luca Beltrami, l’architetto che si occupò dei restauri del Castello dalla fine dell’Ottocento, ribattezzò la sala in “Sala delle Asse”, il nome con cui ancora oggi è conosciuta.

Nel 1498 Ludovico il Moro ne affidò a Leonardo la decorazione pittorica, come risulta da una lettera del 21 aprile e una del 23 aprile 1498,  nelle quali il cancelliere ducale Gualtiero Bescapè informava il Signore di Milano dei lavori che Leonardo si preparava a iniziare nella “camera grande delle asse, cioè della torre”.

Fornisce utili indizi per conoscere il nome della sala e la specie arborea dipinta da Leonardo il testo di Luca Pacioli del 1509. Nel ventesimo capitolo del Divina Proporzione, il Pacioli descrivendo una sorta di riunione per il Duomo avvenuta nel 1498 alla presenza del Moro nel Castello, definisce la sala “la camera detta de’moroni”, permettendo l’identificazione con il luogo dipinto da Leonardo.